Che tutele ho se temo che mio figlio/a sia vittima di bullismo?
Cosa succede se l’ordinanza di custodia cautelare non viene tradotta all'imputato straniero? Rispondono le Sezioni Unite.
Se non si provvede entro un termine congruo alla traduzione si configura una nullità a regime intermedio.
Le Sezioni Unite, con la sentenza n. 15069/2024, sono intervenute per risolvere un contrasto relativo alle conseguenze, in termini di validità, efficacia e/o nullità della mancata traduzione dell’ordinanza di custodia cautelare nei confronti dello straniero che non conosce la lingua italiana.
Nel caso di specie l’imputato, di nazionalità polacca, aveva dimostrato di non conoscere la lingua italiana già nel corso dell’udienza di convalida ma l'ordinanza di custodia cautelare veniva tradotto solo qualche mese dopo (3 per l’esattezza).
Il difensore presentava impugnazione perché l'ordinanza era stata tradotta oltre quello che poteva definirsi "un termine congruo".
Secondo un primo orientamento l'omessa o tardiva traduzione dell'ordinanza, incidendo esclusivamente sull'esercizio del diritto di difesa , non determinava la nullità dell'atto ma solo la sua inefficacia.
Secondo un diverso ed opposto orientamento giurisprudenziale invece l'omessa o tardiva traduzione dell'ordinanza concretizza un vizio dell'atto, pur dovendosi differenziare gli effetti che ne derivano a seconda del momento in cui emerge che il soggetto non conosce la lingua italiana: se la mancata conoscenza era già nota nel momento dell'emissione del titolo cautelare la mancata traduzione ne comporta la nullità a regime intermedio,diversamente deve essere disposta la traduzione entro un termine congruo, così come previsto dall'art. 143 c. 2 c.p.p., il mancato rispetto del quale determinerebbe la perdita di efficacia della misura.
Secondo le Sezioni Unite la necessità di assicurare la più ampia tutela dell’obbligo di traduzione degli atti trae il suo solido fondamento nella Costituzione e nella normativa comunitaria.
Le Sezioni Unite tuttavia distinguono le conseguenze della violazione di tale obbligo in base al momento in cui diviene nota agli atti la mancata conoscenza della lingua italiana da parte dell'imputato straniero.
Se ciò avviene già prima dell'emissione del provvedimento che dispone la misura cautelare la traduzione deve avvenire entro termini congrui , così come previsto dall'art. 143 c. 2 c.p.p., posto che il soggetto viene privato della possibilità di comprendere le ragioni giustificative della privazione della libertà , diritto espressamente previsto e tutelato dall'art. 292 c. 2 c.p.p., la cui violazione, determina una nullità a regime intermedio che, conseguentemente, deve essere eccepita con l'impugnazione dell'ordinanza applicativa in esame, a pena di decadenza.
Laddove la mancata conoscenza della lingua italiana da parte dell'imputato emerga invece in un momento successivo all'adozione del provvedimento coercitivo ciò impone al giudice, nel momento in cui ne viene a conoscenza, di procedere alla traduzione in un termine congruo, sicché la omissione di tale adempimento finirebbe egualmente per comportare una nullità a regime intermedio.
Le Sezioni Unite precisano tuttavia come l'interesse a dedurre tale patologia processuale sussiste solo se in quanto il soggetto alloglotta abbia provato di avere subito in conseguenza dell'ordinanza non tradotta, un pregiudizio illegittimo.
Quanto al concetto di "congruità del termine" le Sezioni Unite ritengono si tratti di una questione di fatto rimessa alla valutazione del giudice di merito che si sottrae al sindacato di legittimità laddove motivata in conformità ai criteri di legge, con evidenti rischi di applicazione della norma in termini contraddittori e contrastanti, a scapito, ancora una volta, della chiarezza, legilastiva e processuale.
Ultimi post nel nostro blog
Scopri per primo le novità!
Mi è stato contestato il reato di guida in stato di ebrezza. Cosa devo fare?
E' di pochi giorni fa la notizia della sentenza della Corte Costituzionale (n.86/2024) che, in tema di rapina, ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'art. 628 comma 2 del codice penale, nella parte in cui non prevede che la pena da esso comminata per la rapina c.d. impropria sia diminuita in misura non eccedente un terzo quando per la...
Schema misure alternative alla detenzione: quando chiederle e quali le condizioni ostative
Quando e come è possibile evitare il carcere a seguito di una condanna a pena detentiva?